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Il suo respiro affannato le faceva dedurre, che l’avversario in cui si era imbattuta, non era un semplice cavaliere,bensì un cavaliere d’acciaio. Il mantello nero del suo nemico ondeggiava al vento, la maschera che indossava le incuteva terrore. L’aria era carica di tensione, Yasmine sentiva in cuor suo che non l’avrebbe sconfitto facilmente, non se continuava ad attaccarla senza darle un attimo di tregua, anche solo per riprendere un po’ di fiato. Affondo dopo affondo il cavaliere la faceva arretrare. Ad un tratto Yasmine sentì un dolore lancinante alla gamba destra. Sangue caldo le sgorgava dalla ferita, e lei neanche si era accorta di essere stata colpita. Fu in un attimo di distrazione che il cavaliere le fu addosso, le diede una botta in testa, un rivolo di sangue le uscì dalla bocca e l’arma che impugnava le cadde a terra. Pensò di non avere più speranze quando il cavaliere alzò la spada su di lei, e come un boia, stava per staccarli la testa con un sol colpo. Ma lei non voleva morire, non poteva morire, non era giunta l’ora di andarsene, doveva terminare ancora molte cose. Prese coraggio e raccolse tutte le forze che gli erano rimaste, e proprio quando il cavaliera stava per colpirla con la sua spada di acciaio nero, Yasmine rotolò su se stessa spostandosi di lato. Solo una ciocca dei suoi lucenti capelli corvini fu tagliata da quell’affilata spada. Il cavaliere emise un’ urlo acuto che le fece accapponare la sua pelle vellutata e morbida. Yasmine con un immenso sforzo si rialzò da terra, raccolse la sua spada e si lanciò verso l’avversario. Era poco distante dal suo avversario quando sentì una specie di richiamo provenire dal cielo. Guardò in alto ma avendo la vista molto affaticata vide solo un enorme drago con in groppa qualcuno. Al sentire il richiamo il cavaliere d’acciaio iniziò a correre e scomparve nella nebbia, abbandonando il duello e la sua nemica. Yasmine si concesse un sospiro di sollievo e svenne.
“Sono morta” pensò. Ma non era così, aprì gli occhi, era in una grotta non molto grande e sistemata alla meglio, con due letti di paglia, un tavolo di legno non molto grande, una sedia fatta con dei bastoni, alcuni fogli e sopra il tavolo c’erano del cibo e delle medicine. Ma non fece neanche in tempo a pronunciare una parola che la gamba gli procurò un dolore enorme, la guardò e si accorse che era bendata. Mentre stava per alzarsi per andarsene entrò lui. Maynom la fermo :<< Che pensavi di fare? Sei ancora debole, non puoi andartene in giro come se nulla fosse successo, poi la ferita si era anche infettata, devi aspettare di guarire prima di poter camminare o fare le tue solite pazzie!>>. Yasmine lo guadò strabiliata :<< Ma, ma tu eri morto…ti ho visto mentre cadevi dalla rupe, e quando prima il Kepy ti aveva colpito alla spalla…non è possibile.>> Detto questo Maynom sorrise debolmente :<< Non mi conosci? Non mi fanno fuori facilmente, ma ora riposa più tardi ti racconterò come è andata, sei debole hai bisogno di riposo anche se sono già cinque giorni che te ne stai a letto.>> Yasmine non fece più domande e ancora sorpresa di vedere il suo amico vivo e non morto come lo credeva, si addormentò con il sorriso sulle labbra.
<< Ya sveglia, dobbiamo cambiare le bende alla gamba e tu devi mangiare qualcosa.>> Yasmin aprì debolmente gli occhi :<<Ok, ma che ora è?>> Maynom mentre preparava un qualche intruglio con le sue erbe le rispose :<< E’ mezzogiorno passato, da quanto ti sei svegliata hai dormito per circa dodici ore!>>Detto questo levò la vecchia benda, spalmò sulla ferita quell’intruglio che aveva preparato e con bende pulite bendò di nuovo la gamba nel punto in cui era stata ferita :<< Ora mi vuoi dire come hai fatto a salvarti e come mi hai trovato?>> Il ragazzo la guardò per un attimo e poi rispose:<<Quando caddi dalla rupe pensai di non avere speranze, invece mi risvegliai, non so bene quanto tempo dopo, ai bordi di un fiume. Sotto la rupe scorre un affluente del Deah, caduto la corrente deve avermi trasportato per alcune miglia fino alla foresta di Gligsten. Curai la ferita, non era grave, era un taglio superficiale, il brutto è che ad infliggermelo fu una lama stregata .trovai questa grotta e mi sistemai qui durante la convalescenza, poi venni subito a cercarti. Sapevo che di sicuro ti eri diretta verso la Reggia dai Cavalieri per poter recuperare la tua spada Pawek, ma ti trovai svenuta poco prima del Sentiero Oscuro e ti portai qui.>> Detto questo la guardò come per dirgli “ora tocca e te dirmi perché eri svenuta e ferita” :<< Come hai detto volevo recuperare Pawek, anche se dopo quel che ti era successo ero rimasta sola e senza una precisa traccia. Però mentre mi dirigevo alla Reggia un cavaliere d’acciaio mi vide e subito mi attaccò, mi salvai per pura fortuna e lì dove svenni mi ritrovasti tu. Non so di preciso cosa abbia richiamato quell’essere ma so per certo che era qualcuno a cui doveva obbedire, perché non mi uccise, anzi mi lasciò li, esanime, abbandonando il nostro duello. Se solo avessi avuto Pawek io l’avrei sconfitto facilmente e, e potrei salvare Silmarion da quelle bestie…potrei far cessare il male…invece…>> Detto questo scoppio in un lungo pianto. Maynom la strinse fra le sue forti braccia e in un orecchio le sussurrò dolcemente:<< Ce la faremo, non ti preoccupare, insieme riusciremo nella nostra missione.>> Yasmine si asciugò le lacrime, sorrise e disse :<< Si, si hai ragione, ce la faremo, nessuno ce lo impedirà!>>.