il mio primo racconto superiore alle sei righe!
Nyhereno, il Saggio era cieco. Eppure ci vedeva benissimo: vedeva nel
futuro e nel passato, leggeva i pensieri. Un semplice umano,
immortale. Perché, nonostante i suoi capelli bianchi, il volto rugoso
e i suoi 670 anni, era ancora in vita, con i suoi occhi azzurro
chiarissimo che non avevano mai visto il sole. Al fianco dell'uomo la
chierica, Cyrina, minuta e della pelle ambrata, con lunghi e lucenti
capelli castani e grandi occhi verde smeraldo, che possiedeva il
controllo degli elementi: un potere molto grande, che purtroppo non
sapeva ancora controllare bene. E poco lontano dal fuoco una figura
scura, il cui corpo era lambito da strisce di luce: alta, snella e
sinuosa, era elegante e aggraziata anche da immobile. Portava un paio
di pantaloni di pelle nera che evidenziano le lunghe gambe affusolate,
un corpetto nero e degli stivali di cuoio, anch'essi neri. Era avvolta
in un ampio e leggero mantello, nero e lucente, con una grande cappa
che le copriva quasi completamente il volto, lasciando intravedere
solo un pallido mento e delle labbra piene ed esangui. Nyhereno e la
chierica viaggiavano con quella donna da mesi e, non solo non
l'avevano ancora vista in faccia, ma non conoscevano neppure il suo
nome, per questo tra loro la chiamavano l'Oscura. Il nome in fin dei
conti le calzava a pennello perchè la donna seducente ma
apparentemente innocua che avevano come compagna di viaggio era
l'essere più pericoloso e potente mai visto: la sovrana delle anime.
c'è chi però la chiamava la Morte, chi la osannava come dea dei
nascituri, chi la pregava di guarire i propri cari. Tutti pero la
temevano e la rispettavano.
Vi chiederete: ma che ci facevano queste persone così diverse in
viaggio?
Erano in viaggio per portare la pace: da moltissimi anni si
combatteva, ed ormai nessuno conosceva più il motivo per cui quella
stupida guerra era cominciata. Loro non sarebbero mai intervenuti se
non fosse stato realmente necessario, ma oramai la natura era
sconvolta, ed essi avevano il compito di proteggerla. Di li a due
giorni le truppe di Xyhuw avrebbero attaccato quelle di Eyjase, e
sarebbero stata la catastrofe. La loro missione era triste, ma
obbligata. Avrebbero ucciso tutti.
Due giorni dopo giunsero alla piana della battaglia.
Le truppe erano già schierate, attendendo il via dei loro capitani.
Ma prima che chiunque potesse parlare, due figure, Nyhereno e Cyrina,
avvolte dal mantello apparvaro al limitare del bosco. Tutti si
fermarono e li fissarono. Nyhereno si voltò verso l'Oscura e le face
un cenno con la mano. L'Elfa avanzò ed escì dal limitare del bosco
con passo aggrazziato, mentre il mantello nero le volteggiava intorno.
Le truppe si congelarono. Dapprima un silenzio carico di stupore, poi
urla, urla di terrore e orrore. L'Oscura avanzò lenta e decisa verso
le linee. Ad un tratto si fermò, esattamente in mezzo alle due prime
linee, spalancò le braccia e una luce intensissima divampò da lei,
mentre si sollevava in aria. Un'esplosione e al posto della bellissima
donna c'era una stupenda pantera. Dal costato dell'animale partivano
due gigantesche ali piumate, nere, lucenti e bellissime, che con il
loro possente battito creavano correnti d'aria che gettarono molti a
terra. Dal limitare del bosco Cyrina sollevò le braccia e creo una
barriera per proteggere lei e il Saggio dalle correnti. L'Oscura
vedeva le aure di ogni essere nella piana, percepiva quelle di tutta
Mhetylia. Osservo per un istante l'aura dei compagni di viaggio: la
chierica aveva un aura dorata che l'avvolgeva, il saggio l'aveva
azzurro cristallo come gli occhi cechi. Poi la pantera volse i suoi
occhi di brace verso gli eserciti, colma della sua solita furia:
perché lei era si la guardiana dei nascituri, ma il suo spirito era
colmo d'odio, e lei era solo in grado di distruggere, non aveva mai
salvato nulla. Quel giorno era davvero rabbiosa. Osservo la piana:
quasi tutti avevano 7-10 colori nell'aura, nulla di rilevante. Ma poi
con la coda dell'occhio noto un aura diversa, che risplendeva in fondo
all'esercito Ejyase. Candida. Pura. Accecante. Unica. Talmente intensa
da non permettere neppure di vedere il corpo che celeva. La figura che
la possedeva parve accorgersi dello sguardo della dea, perché
ricambiò, con uno sguardo nero come l'inchiostro. L'Oscura tremo. Per
la prima volta qualcuno riusciva a fissarla negli occhi senza perire.
Ricordava ancora la prima volta che aveva ucciso con il suo potere:
appena nata aveva fissato negli occhi la madre, che un istante dopo
era morta. Da quel giorno vestiva sempre di nero in segno di lutto, e
non si toglieva mai il cappuccio. Ma da quel giorno era anche una
macchina assassina, letale e perfetta. Insensibile. Mai aveva provato
a fare del bene con il suo potere, mai. Non poteva essere. Si spoglio
in fretta della forma di pantera. Fissò nuovamente quelle iridi
d'inchiostro. Nulla. E quel brivido caldo che le correva lungo la
spina dorsale quando lo fissava era per lo stupore di aver trovato
qualcuno di insensibile al suo potere? Il suo cuore nero gridava. Il
suo corpo fremeva. Aveva perso il suo potere? Si fissò le mani esili e
affusolate, pallide. Nel suo corpo stagnava sangue nero perché il suo
cuore era sempre stato muto. Poi comprese. Negli anni aveva imparato a
controllare il suo potere, era diverso da quando era neonata e non
conosceva le sue capacità. Per questo non aveva ucciso l'uomo
dall'aura candida. Se avesse voluto avrebbe potuto ucciderlo subito.
Il desiderio di farlo era impellente: doveva distruggere quegli occhi
neri, ardenti. Dolore. Tanto intenso da togliere il fiato. No. Non
poteva ucciderlo. Solo immaginare quegli occhi spenti le faceva
desiderare di morire. Cosa le stava accadendo? Il suo cuore sempre
muto, gridava. Un flasch. Lei, no, non lei, la persona che era stata
prima, aveva già conosciuto quegli occhi neri. Il suo cuore muto
riprese a battere. Dapprima lentamente, poi sempre più furiosamente.
Il sangue nuovo, cristallino, con il suo passaggio scioglieva il
sangue secco e nero nelle sue vene donandogli nuova vita. Voleva fare
del bene. Capì che c'era un modo per riscattare tutte quelle uccisioni
compiute. Ma prima c'era una cosa che doveva fare. Si slacciò il
mantello, lo lascio scivolare giu dalle spalle. Si sciolse i capelli.
Un mare mogano-ramato, che scivolo lucente e ondulato fino alla vita.
Volò veloce come una saetta fino alle altime file dell'esercito di
Ejyase. Atterro con grazia davanti all'uomo dagli occhi neri. Lo
fisso. Annego in quegli occhi neri che le erano tanto mancati, quelli
che l'avevano resa sempre triste, e non lo aveva mai capito.
-Ryhin-mormorò l'elfa.
-Syninjohe- sussurò lui annegando in quegli occhi viola che gli
mancavano da una vita.
Il suo nome. Quel nome che nessuno conosceva, che nessuno doveva
conoscere. Lei glielo aveva rivelato una vita prima.
Un emozione che non sapeva descrivere a parole la travolse. Un
emozione rafforzata dalla lontananza. Un emozione nuova, mai provata
in quella vita d'odio e tristezza. Un emozione chiamata Amore.
questo è il mio primo vero manoscritto, siate clementiXD
ho messo degli accapo che non centrano niente, scusate....XD
[Modificato da Mistyca1843 16/08/2010 15:11]