| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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10/02/2010 20:05 | |
Mary-Mary, 10/02/2010 19.25:
per me va bene!
grazie dell'appoggio
Posto domani o dopodomani (se nessuno ha niente in contrario), così nel frattempo metto a posto e scrivo altri 2 temi
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| | | OFFLINE | | Post: 449 | Città: SQUINZANO | Età: 29 | Sesso: Femminile | |
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10/02/2010 20:20 | |
Ma sbaglio o era oggi la data di scadenza? ----------------------------------------------------------------------------------------------------
Cliccate sulle mie uova!!
...And here we are. We're the princes of the universe
Here we belong, Fighting for survival
We've come to be the rules of your world
I am immortal. I have inside me blood of kings
I have no rival. No man can be my equal
Take me to the future of your world...
Princes of the univers - Queen
Ognuno è fabbro delle sue sconfitte, ognuno merita il suo destino...
Francesco de Gregori - Vai in Africa Celestino
Chi ignora che il più grande incitamento al male è la speranza di non essere puniti? (Cicerone)
Andrea la Ghersha |
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| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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10/02/2010 20:44 | |
Mary-Mary, 10/02/2010 20.20:
Ma sbaglio o era oggi la data di scadenza?
no, è il 12 |
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| | | OFFLINE | | Post: 346 | Città: LECCE | Età: 29 | Sesso: Femminile | |
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10/02/2010 21:16 | |
ecco il mio
L'AQUILA ROSSA
Il campo di battaglia era ricoperto di soldati che combattevano a viso scoperto senza paura di morire e Sanny era lì, su una roccia ad osservare l’andamento della battaglia:non avevano perso molti uomini rispetto al nemico,anzi stavano vincendo,la prima vittoria dopo tanto tempo forse le cose stavano davvero cambiando.
Saltò giù dalla roccia e sguainò la spada,la sua fedele compagna e si buttò nella mischia,i suoi fendenti erano precisi e letali,la sua agilità le consentiva di schivare facilmente i fendenti degli avversari i nemici davanti a lei cadevano sotto i suoi colpi e ne era felice.
-Salve- disse un uomo che si era messo di fronte a lei, era della fazione opposta e non era un uomo qualsiasi era il comandante.
Sanny guardò l’uomo,doveva essere sulla quarantina,alcune ciocche di capelli neri si intravedevano dall’elmo,indossava un armatura che sembrava molto resistente ma lei non aveva paura notò che alla cintura aveva appeso uno spadone a due mani e sbuffò:tutti quelli dell’esercito di Dan usavano quel tipo di spadone ed era davvero facile per lei spezzare la guardia ci chi lo impugnava,ma non se ne lamentava anzi,ringraziava perché in questo modo le agevolavano il lavoro.
“lei dottor briefs è condannato alla pena capitale per i suoi crimini commessi...”
Sanny ritornò in sé,non voleva pensare a questo,scrutò di nuovo il suo avversarioe infine parlò al suo avversario:
-Salve,mi sembra inutile chiederle chi è e perché si trova qui.-Ironizzò la donna.
L’uomo sguainò lo spadone e si mise in guardia.
-La stessa cosa vale per te.-E attaccò.
Sanny era pronta:in un lampo sguainò la spada e parò l’affondo del nemico e gli sferrò un calcio,il nemico indietreggiò e si rimise in guardia
-Complimenti sei forte per essere una donna-disse il comandante.
Sanny sorrise-Tu non sei male per essere un uomo-
Attaccarono insieme. due spade,due colpi,un unica caduta per terra.
L’uomo era stato ferito ad un fianco,guardò Sanny con odio e disse:
-maledetta!Cosa credi di fare mettendo su questa patetica resistenza contro di noi?Non fermerai di certo così la guerra!-
La donna lo guardò con occhi sprezzanti e lo trapassò
L’uomo si accasciò a terra esanime, lei lo guardò e pensò:
“non voglio porre fine a questa guerra ma almeno portala ad un punto tale che la vittoria arrivi presto e poi saranno altri a pensare di concluderla.”
Questo era vero l non si era arruolata per diventare l’eroina che avrebbe fatto cessare la guerra che i cantastorie avrebbero raccontato negli anni avvenire,perché agli altri interessava solo la gloria,di esser ricordati per le proprie gesta, ma lei non era interessata a tutto questo,lei era un aquila rossa.
in the town where i was born, lived a man who sailed to sea
And he told us of his life, in the land of submarine
So we sailed up to the sun til we found the sea of green
And we lived beneath the waves in on yellow submarine.
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine |
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| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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10/02/2010 21:54 | |
Che bello! è il continuo di quello su vg?! domeni lo leggo con calma xD (vi dirò il mio parere a torneo terminato) |
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| | | OFFLINE | | Post: 250 | Città: ROMA | Età: 36 | Sesso: Maschile | |
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12/02/2010 14:40 | |
e beh allora pubblichiamo i racconti su un topic apposito, e soprattutto, come formuliamo un giudizio?
Ovviamente votiamo tutti, e ognuno deve dare un giudizio critico sui racconti! |
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| | | OFFLINE | | Post: 1.112 | Città: ANDRIA | Età: 28 | Sesso: Maschile | |
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12/02/2010 18:34 | |
aires dovresti aprire il sondaggio adesso...
dove lo posto il racconto?? ________________________
"Per una curiosa inclinazione dello spirito che talvolta rasentava la follia, J.K. non ebbe nella sua esistenza aspirazione diversa da quella di mutare in musica la propria vita. In altre parole, la sua anima era una partitura incompiuta che egli penetrava giorno dopo giorno con sempre più genio."
Il Violino Nero
"Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene."
VIVA L'OTTO DI SPADE
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| | | OFFLINE | | Post: 449 | Città: SQUINZANO | Età: 29 | Sesso: Femminile | |
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12/02/2010 19:33 | |
Robyo, 12/02/2010 18.34:
aires dovresti aprire il sondaggio adesso...
dove lo posto il racconto??
a questo punto credo vada bene anche qui...
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Cliccate sulle mie uova!!
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Take me to the future of your world...
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Andrea la Ghersha |
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| | | OFFLINE | | Post: 1.112 | Città: ANDRIA | Età: 28 | Sesso: Maschile | |
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12/02/2010 20:06 | |
appunto perchè come vi ho detto il fantasy non è il mio genere è venuto fuori na schifezza...anzi non credo che si possa definire fantasy...ho fatto proprio schifo questa volta
Testo nascosto - clicca qui L’AMORE E LA MORTE
L’amore e la morte. Sono due cose così lontane, eppure così simili. Così pensava Rhaet nella sua stanza del Palazzo reale. Era un consigliere, uno dei più fidati del suo Re. Appena l’attacco era iniziato, vi si era barricato dentro, osservando dalla balconata tutta la scena. L’attacco alla città, la sua città, aveva avuto inizio al sorgere del sole. Gli invasori erano quasi tutti mercenari, assoldati da uomini più potenti del suo stesso Re. Neanche lui, uno dei consiglieri più importanti e informati del regno sapeva il motivo di quell’attacco. Ma non era poi così difficile da capire: il potere. Qualche generale troppo ambizioso aveva riunito le sue forze e dato il via libera ai mercenari. Non erano più di duecento, un numero di uomini decisamente troppo piccolo, per affrontare la Guardia reale. Così aveva pensato fino a pochi minuti prima, quando i Due non avevano ancora fatto la loro comparsa. Adesso, invece, terrorizzato, li osservava dall’alto del Palazzo reale mietere centinaia di vittime. Erano solo in due, un uomo e una donna, entrambi giovani. Portavano lunghe vesti bianche le quali creavano ipnotici arabeschi nell’aria ogni volta che i due si muovevano. Combattevano entrambi con spada e pugnale e sembravano inarrestabili. Ciò che più colpiva era la loro perfetta sincronia, i loro movimenti fluidi si confondevano, le loro armi si incrociavano e con spietata precisione trafiggevano il soldato di turno, insieme. Ad ogni nemico abbattuto, ad ogni piccola pausa che il combattimento concedeva, i due giovani si scambiavano veloci ma appassionati baci, come per coronare la loro vittoria sul nemico sconfitto. Sì, erano due guerrieri formidabili, innamorati l’uno dell’altra. Rhaet, dall’alto della sua stanza, era ipnotizzato da quella danza mortale, fatta da parate, baci e fendenti. Solo quando non rimase più nessuno, solo quando i due irruppero nella sua stanza si rese conto. Due giovani, da soli, avevano annientato le forze della capitale del suo regno. Non ebbe il tempo di pensare ad altro, che due spade l’avevano già trafitto. Non c’era paura nei suoi occhi, che in quegli ultimi istanti, riuscivano soltanto a guardare i suoi due assassini scambiarsi il bacio che segnava la sua morte. Si rese conto che era davvero la fine, che stava morendo, ammazzato da due innamorati. Ad accompagnarlo nella lenta agonia, solo la consapevolezza che la sua morte era stata portata dall’amore. Perché amore e morte, sono due cose così lontane, eppure così simili. Poi spirò.
[Modificato da Robyo 12/02/2010 20:09] ________________________
"Per una curiosa inclinazione dello spirito che talvolta rasentava la follia, J.K. non ebbe nella sua esistenza aspirazione diversa da quella di mutare in musica la propria vita. In altre parole, la sua anima era una partitura incompiuta che egli penetrava giorno dopo giorno con sempre più genio."
Il Violino Nero
"Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene."
VIVA L'OTTO DI SPADE
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| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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12/02/2010 20:18 | |
Robyo il sondaggio devo aprirlo DOMANI! Tra poco posto il mio... scusate se mi sono presa così tardi ma non riuscivo mai a decidermi... |
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| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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12/02/2010 20:19 | |
Oflanos, 12/02/2010 14.40:
e beh allora pubblichiamo i racconti su un topic apposito, e soprattutto, come formuliamo un giudizio?
Ovviamente votiamo tutti, e ognuno deve dare un giudizio critico sui racconti!
FACCIO IO! xD domani mattina... non vi preoccupate so già come fare |
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| | | OFFLINE | | Post: 1.112 | Città: ANDRIA | Età: 28 | Sesso: Maschile | |
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12/02/2010 20:21 | |
aires96, 12/02/2010 20.19:
FACCIO IO! xD domani mattina... non vi preoccupate so già come fare
OK se sbagli muori ________________________
"Per una curiosa inclinazione dello spirito che talvolta rasentava la follia, J.K. non ebbe nella sua esistenza aspirazione diversa da quella di mutare in musica la propria vita. In altre parole, la sua anima era una partitura incompiuta che egli penetrava giorno dopo giorno con sempre più genio."
Il Violino Nero
"Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene."
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| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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12/02/2010 20:23 | |
Robyo, 12/02/2010 20.21:
OK se sbagli muori
ora ho capito xD
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| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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12/02/2010 22:02 | |
è una pagina più 5 righe... mi dispiace aver "sforato" ma ho cercato di ridurre al minimo la seconda parte (se non va bene ditemelo e mi ritiro )... magari un giorno ve la faccio leggere intera, è più bella ;)
QUALCOSA (sta x accadere xD)
Silenzio. Nella radura c’era troppo, troppo silenzio. Poi sentì un fruscio. Nient’altro che una sensazione, un movimento impercettibile dell’aria alle sue spalle. Deven si voltò appena in tempo per schivare un colpo d’ascia. La lama gli passò a un soffio dal viso, recidendogli una ciocca di capelli castani. Per quanto frettolosa, la sua parata successiva fu efficace. Alla debole luce delle stelle, scorse il viso del suo assalitore. L’avversario non sembrava avere nulla di umano, a parte la posizione eretta e le mani strette attorno all’elsa di un’enorme scure. “Un mutante!” pensò con orrore prima di inciampare in una radice. Si ritrovò in mezzo al fango, con il mostro sopra di lui pronto a sferrare l’attacco finale. La sua bocca era distorta in un sorriso maligno, con le zanne ben in vista. Il giovane rotolò di lato e riuscì a riprendere la posizione di difesa. Mentre si preparava all’assalto successivo udì un sibilo, terribilmente simile al primo. Saltò a sinistra, per evitare l’aggressione di un nuovo mutante comparso alle sue spalle. “Due sono troppi, dannazione!” considerò con stizza. Dopo un’intera giornata di cammino si sentiva spossato, vincerli entrambi era impossibile. Provò a evocare una formula magica, ma nelle sue mani non fluì nessuna energia. Qualcosa in quel luogo maledetto gli impediva di sfruttare il suo potere, l’unica cosa che avrebbe potuto salvarlo. Scappare era fuori discussione. La foresta era troppo intricata, i mutanti lo avrebbero raggiunto dopo due passi. Allora sarebbe morto da eroe, combattendo. “Meissa”. Un nome. Un pensiero involontario. Ma sufficiente a scatenare la sua preoccupazione. Cosa avrebbe pensato quando non lo avesse visto tornare? Che scelta stupida si era rivelata quella di tagliare per i boschi. Aveva impiegato tre secondi per fare quelle considerazioni, ma si era distratto. A malapena si accorse di un fischio, un rumore familiare alla sua destra. Un attimo prima, il primo mutante lo stava fissando con un ghigno ferino; dopo un battito di ciglia si trovava a terra. Deven non fece in tempo a girarsi verso il secondo, che quello stava già stramazzando al suolo, con un tonfo assordante. Entrambi avevano una freccia conficcata in mezzo agli occhi. Il ragazzo guardò con disgusto i corpi coperti di peluria rossiccia immobili sul terreno. Cosa era successo? Passi sulle foglie umide. <<Chi è?>>. Chiese il ragazzo, alzando la sciabola, pronto ad affrontare un nuovo nemico. Nessuno rispose. I passi continuarono ritmici, sempre più vicini. <<Rispondete!>> urlò così forte che si fece male alla gola. Un ramo scricchiolò, e una figura coperta da un mantello marrone stinto fece il suo ingresso nella spiazzo rotondo. Portava con sé un arco corto, e numerose frecce piumate nella faretra dietro la schiena. Deven attese, sempre a guardia alta, che il personaggio misterioso levasse il cappuccio. <<Ti ringrazio per avermi aiutato>>. Scandì, senza abbassare la lama. Rimasero ancora due minuti a scrutarsi, immobili. Poi, con un movimento rapido e fluido, lo sconosciuto si tolse la mantella, scoprendo un viso di ragazza e lunghi capelli scuri. L’espressione seria stonava sul viso dai lineamenti vagamente infantili, con labbra ben disegnate e grandi occhi color smeraldo. Ciocche di un blu profondo spiccavano tra i capelli corvini, che scintillavano di riflessi mogano alla luce del tramonto. Ai lati del capo, spuntavano due orecchie appuntite. L’arma cadde di mano a Deven per la sorpresa. Una mezzelfo.
Trine e merletti ondeggiano alla brezza leggera. Le foglie danzano sui rami e il cielo s'incendia al tramonto. Meissa è seduta sul davanzale della finestra, dondola le gambe nel vuoto. Osserva dall’alto l’acqua limpida del fiume che scorre davanti alla sua camera e, più lontano, la nera foresta di Hoh. Deven si trova là, in mezzo a quell’intricata vegetazione. Chissà se la pensa, o se sia troppo impegnato per chiedersi come sta sua sorella. Una ventata le scompiglia i lunghi capelli castani. L’aria che profuma di muschio e fiori selvatici porta con sè un’illuminazione. Scende dalla balaustra, e corre a prendere il taccuino nascosto sotto il materasso di paglia. Chiude gli occhi e si lascia andare.
Il tramonto cala sul mio viso
e scurisce il cuore di tristezza.
Il galoppare dell'autunno incalza e l’ultimo bagliore di sole
riscalda leggermente un animo gelido e consapevole della tua lontananza.
La penna vola sulla carta ruvida ma Meissa viene brutalmente riportata alla realtà da due colpi secchi alla porta. Si affretta a nascondere il quadernetto, tanto che inciampa sulla gonna vaporosa.
Sua madre non la guarda in viso mentre annuncia che la cena è quasi pronta. Poche parole, e l’uscio si richiude alle sue spalle. Meissa si lascia cadere sul letto. A un tratto, uno strano senso di inquietudine si impossessa di lei, e un’atmosfera opprimente cala sulla stanza. La ragazza si preoccupa. Le accade sempre così quando qualcosa di brutto sta per accadere. Sì, a pochi chilometri di distanza, in una piccola radura circolare, sta per avvenire qualcosa che cambierà per sempre la sua vita e quella della sua famiglia.
NB: la poesia è tratta da frasi.net, ma la ho modificata e accorciata
[Modificato da aires96 12/02/2010 22:05] |
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| | | OFFLINE | | Post: 250 | Città: ROMA | Età: 36 | Sesso: Maschile | |
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13/02/2010 17:43 | |
allora lo pubblico qui... poi ares aggiunge al suo intervento anche il mio... basta che fai modifica vero???
eccolo:
Il lupo
Il sole fece capolino dai monti che sovrastavano la foresta a sud isolandola dal villaggio nella vallata. Quella mattina era tiepida e lasciava ben sperare in una calda e assolata giornata primaverile. L’odore dell’erba ancora bagnata dalla rugiada era inteso e pregnante tutto intorno, la rifioritura del bosco donava a quel luogo un’immagine amena, incantata. E come entrando in un tempio il cacciatore solitario varcava a piedi nudi la soglia, sapendo dove mettere i piedi per non calpestare i germogli freschi o spezzare i ramoscelli secchi e causare la fuga delle sue prede.
Il suo corpo era slanciato e robusto per un ragazzo della sua età, ben sviluppato dal pensate lavoro al mantice e al martello. Viveva da tempo in quel luogo e ormai conosceva la foresta come le sue tasche; sapeva dove i daini andavano ad abbeverarsi, dove i lupi avevano la loro tana e dove facevano il nido i corvi... quell’interminabile colonnato di alberi e arbusti non aveva più segreti per lui. Camminò lento studiando le tracce che il terreno gli rivelava, le impronte a cuneo dei daini mostravano che un grosso maschio era passato di li nella notte, inseguito a gran foga dal branco di lupi. Lui fiutò il terreno, si appiattì al suolo, si guardò intorno e con un balzo prese a correre in direzione della preda. Le felci gli vennero incontro inebriandolo della spuma fresca, i suoi piedi erano rapidi e leggeri, tutto il suo corpo armonico, era teso nel movimento ciclico. Non un passo falso, non un piede in fallo, evitava le radici con maestria, scostandosi di lato, come se fosse la cosa più naturale del mondo, a poco a poco inizio ad acuire la vista, i suoi occhi color oro riuscivano a vedere nel fitto del bosco; la sua percezione si amplificò, i colori e i profumi esplosero in un caleidoscopio che tutto avvolse. Si ritrovò a correre su tutti e quattro gli arti, coordinando i fluidi movimenti, gli arti opposti si muovevano sincroni. Sentì il vento accarezzargli la pelle ma una strana sensazione gli fece drizzare i peli sulla schiena, che lo rivestivano e li sentiva muovere al ritmo della corsa. A desta e a sinistra poteva percepire i segni lasciati dal branco di lupi passato di lì, sentiva lo scoiattolo uscire dalla sua tana, e rosicchiare le ghiande per terra, era in sintonia con il battito d’ali di una poiana, ne ascoltava la cadenza... L’odore dell’erba si mischiava al sentore di carne, la preda doveva essere vicina, i suoi sensi l’avvertivano, e sapeva che non era solo.
Qualche ramo spezzato mostrava i segni del combattimento, artigli e corna avevano lasciato i loro segni, segni inconfondibili, così familiari... adagio arrivò ad una piccola radura tra gli alberi, la luce del sole filtrava dall’alto delle cime frondose, e illuminava la scena dove la vittima sacrificale giaceva riversa al suolo con il ventre squartato. Il sangue aveva inzuppato tutto il terreno circostante e dagli alberi giunse il gracchiare di alcuni corvi... Intorno alla preda i cacciatori riposavano alla calura sazi della loro caccia. Il nuovo arrivato fu accolto con indifferenza. Lentamente si avvicinò al suo pasto, guardandosi intorno, da un momento all’altro un lupo avrebbe potuto attaccarlo, ma ormai quei lupi erano abituati alla sua presenza... Respirò a pieni polmoni l’odore di quella carne ancora calda, e immerse tutto il muso nel suo ventre, vorace e famelico ne strappò alcuni pezzi con i denti e con le zampe, assaporando fino in fondo quel gusto vivo, tanto da leccarsi i baffi. Si cibò e si accoccolò insieme agli altri. Passata la piena calura il branco si rimise in marcia, seguito da un nuovo membro, che teneva il passo, che correva e saltava gli ostacoli, marcando il territorio come faceva il capobranco... Lì nel cuore della foresta, sotto il sole di maggio, correndo con esseri simili a lui, cacciando come un vero predatore, in quel corpo forte ed agile, era a suo agio, al riparo dei pericoli e dalle vicissitudini... Fu sera quando salì sulla collinetta ad osservare la foresta a suoi piedi, tronfio di gioia rivolse al cielo il suo sguardo... La foresta è la mia casa... E ululò alla luna.
In realtà non è granchè ma ho voluto fare un esperimento!!!
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| | | OFFLINE | | Post: 1.112 | Città: ANDRIA | Età: 28 | Sesso: Maschile | |
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13/02/2010 19:30 | |
ecco aires hai sbagliato!?!? dove li metti oflanos e peru?? comunque don't worry mettiamo la scadenza fino a domani per altri eventuali partecipanti e da lunedì iniziamo a votare.
intanto modifica per oflanos
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"Per una curiosa inclinazione dello spirito che talvolta rasentava la follia, J.K. non ebbe nella sua esistenza aspirazione diversa da quella di mutare in musica la propria vita. In altre parole, la sua anima era una partitura incompiuta che egli penetrava giorno dopo giorno con sempre più genio."
Il Violino Nero
"Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene."
VIVA L'OTTO DI SPADE
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| | | OFFLINE | | Post: 250 | Città: ROMA | Età: 36 | Sesso: Maschile | |
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13/02/2010 19:43 | |
io ho già letto tutti i racconti e commentati... ma poi li pubblico...
cmq molto belli, bel lavoro ragazzi!!!!
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| | | OFFLINE | | Post: 1.646 | Sesso: Femminile | |
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14/02/2010 12:24 | |
Va bene, facciamo una proroga per voi... Peru sbrigati a postare però! |
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| | | OFFLINE | | Post: 326 | Città: MONTICELLO CONTE OTTO | Età: 28 | Sesso: Maschile | |
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15/02/2010 22:53 | |
non è giusto..ieri non ho potuto postare perchè non ero a casa!!! |
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| | | OFFLINE | | Post: 250 | Città: ROMA | Età: 36 | Sesso: Maschile | |
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15/02/2010 23:37 | |
ma vedi che sei ancora in tempo! |
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